Panico - La sconfitta del mostro by Barbara Prampolini

Panico - La sconfitta del mostro by Barbara Prampolini

autore:Barbara Prampolini [Prampolini, Barbara]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788897982418
editore: Index
pubblicato: 2011-12-31T22:00:00+00:00


CAPITOLO VI

La Società e il Panico

La Società, nel suo complesso, ha o non ha un ruolo in questa battaglia per la sconfitta del tiranno che è appunto il panico?

Certo che ce l’ha, per ora negativo. Il problema principale è sempre quello dell’ignoranza. Ignorare vuol dire non conoscere e spesso non essere nemmeno interessati a conoscere. È più facile e meno faticoso etichettare, stigmatizzare ed emarginare che cercare di capire. Se spesso nemmeno i familiari di coloro che soffrono di disturbo di panico sentono il bisogno di informarsi e di capire, come si può pretendere che il resto del mondo, che le persone non toccate direttamente da questo disturbo, si prendano la briga di capire e conoscere? D’altro canto i messaggi che arrivano e che provengono da più parti sono spesso così fuorvianti da creare confusione se non pregiudizio. Chi si rivolge a noi, come Associazione, spesso mi rappresenta situazioni inquietanti che vanno dalla negazione del problema per paura di essere marchiato a fuoco, al rifiuto di rilasciare le proprie generalità per non essere riconosciuto. Mi dicono che al lavoro nessuno deve sapere altrimenti vengono emarginati se non licenziati e di questo passo si potrebbero fare altri centinaia di esempi. Fondamentalmente è anche questo un problema di razzismo: la società cosiddetta evoluta, non è evoluta per niente. Si perdono ore a cercare di relazionarsi col prossimo sui social network, magari con chi abita in Giappone o a New York, e poi ci si rifiuta di capire veramente ed in profondità chi siano gli individui che si hanno accanto. Si fanno parate in nome dell’uguaglianza per abbattere barriere di diversità sessuale, politica, di colore, di razza, poi si ghettizzano le persone che soffrono di disturbo di panico perché le si guardano con sospetto… sussurrando: «è matto…»!!! Ai nostri giorni è questa la vera povertà. La povertà intellettuale, la povertà che risiede nella mancanza di volontà per capire, conoscere, adoperarsi, riflettere, immedesimarsi. Oggi poi che, come mai prima d’ora, la società dell’immagine, del bello, del vincente, di colui/colei che appare e deve apparire perfetto/a, che va in televisione, che guadagna un sacco di soldi, che è glamour, che ricorre alla chirurgia per diventare il clone di chissà chi in una corsa all’omologazione di massa, non c’è spazio da regalare al pensiero, all’autocritica, per capire se forse, noi tutti, stiamo sbagliando qualcosa, se c’è qualcuno che davvero può aver bisogno di noi e noi siamo assenti, fosse anche solo un semplice bisogno di comprensione e complicità.



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